La storia dello scrittore partigiano Nuto Revelli in mostra a Racconigi
Martedì 14 maggio le classi prime e seconde del corso liceale e tecnico dell’Istituto Superiore di Racconigi, si sono recate nella Chiesa di Santa Croce per vedere la mostra fotografica “Ricordati di non dimenticare” dedicata a Nuto Revelli, un protagonista di battaglie per la giustizia e la libertà, nonché uno scrittore che ha saputo dar voce ai “vinti , agli “ultimi” della storia, che troppo spesso sono stati dimenticati ed oscurati dai vincitori.
Gli studenti, accompagnati dai docenti di lettere, Bosso, Giordano e Massé, sono stati accolti dalla ricercatrice storica Giulia Ferraris, affiancata dal Presidente dell’Anpi Pierfranco Occelli.
Dopo un’ampia introduzione storica, gli allievi hanno potuto conoscere la vita dello scrittore attraverso 180 fotografie. Le immagini, infatti, hanno raccontato la lunga esistenza di Nuto, a cominciare dall’infanzia e dalla prima giovinezza trascorse in un’Italia fascista, per la precisione nella città di Cuneo. Poi ci sono stati gli anni dell’Accademia Militare di Modena e la partecipazione, come ufficiale degli Alpini, alla guerra di Russia. È stata proprio la terribile esperienza della ritirata di Russia a segnare profondamente l’autore e a fargli prendere consapevolezza del vero volto del fascismo e dell’orrore della guerra. Ma l’esperienza bellica è proseguita poi con la Resistenza a cui Revelli partecipò come valoroso comandante delle formazioni partigiane GL.
Sconfitto il nazifascismo, lo scrittore incominciò a dare voce a coloro che potremmo definire i “sordomuti “della storia, coloro che, per usare le parole di Nuto, “sono stati dimenticati tra l'indifferenza di quasi tutti. “Entrando in quel mondo fatto di soldati, di orrori, di atrocità, l’autore ha sentito l’esigenza di darne testimonianza affinché, quanto successo, non venisse dimenticato, in particolare dalle giovani generazioni: “Volevo che i giovani sapessero, capissero, aprissero gli occhi. Guai se i giovani di oggi dovessero crescere nell'ignoranza, come eravamo cresciuti noi della "generazione del Littorio”. Oggi la libertà li aiuta, li protegge. La libertà è un bene immenso, senza libertà non si vive, si vegeta”.